L'Albero di Giuda - Garden Club Rieti

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L'Albero di Giuda

IL MONDO DELLE PIANTE > La pianta del mese

Il suo nome botanico è Cercis siliquastrum, ma tutti lo conoscono come Albero di Giuda per la leggenda che racconta di come Giuda, dopo aver tradito Gesù per i famosi trenta denari, spinto dal rimorso, si impicco ad un albero di questa specie, molto diffusa in Palestina e nel medio oriente. In Francia è infatti conosciuto come Albero di Giudea proprio per la sua diffusione nell’area geografica.
Fatto sta che il Siliquastro, come è più correttamente denominato, appartiene alla famiglia delle Leguminacee e al genere Cercis, così chiamato per la forma dei fiori che somigliano ad un kerkis, denominazione greca della spoletta dei tessitori la cui forma è ricordata dai fiori, ed alla specie siliquastrum per via dei frutti costituiti da silique o baccelli che si aprono a maturazione  e lasciano cadere i semi contenuti favorendone la diffusione.
È una pianta cauliflora, con i fiori che spuntano direttamente dal fusto e dai rami legnosi prima ancora che vengano emesse le nuove foglie ad inizio primavera.
Con un legno duro ed utilizzato in ebanisteria, fiori eduli che vengono molto utilizzati nel meridione d’Italia e nelle regioni che si affacciano sul mediterraneo orientale, l’Albero di Giuda nel periodo della Pasqua, ad inizio primavera, ci sorprende con la sua rigogliosa fioritura di un rosa violaceo che accende le valli e i crinali mentre il resto delle alberature stanno mettendo le giovani foglie di un verde tenero.
Particolarmente affascinante è il contrasto con il verde scuro dei lecci durante il periodo di fioritura.
Pianta robusta, di crescita lenta, alta al massimo 10/12 metri e con una chioma che può arrivare anche a una decina di metri di diametro, con portamento anche arbustivo e di facile coltivazione, presenta solo un problema che ben conoscono gli automobilisti che, in cerca di ombra, parcheggiano i loro veicoli sotto le chiome dei siliquastri, molto usati anche nelle alberature cittadine: un tripudio di goccioline resinose punteggiano le carrozzerie dopo alcune ore sotto le ombrose fronde richiedendo energici interventi di lavaggio. Un’altra leggenda attorno al Siliquastro parla di un moto di pietà dell’albero per il povero Giuda, con l’emissione dapprima delle accese fioriture e poi con una sorta di lacrime.
Per chi vuole godere della sua spettacolare, se pur breve, fioritura occorre un giardino di idonee dimensioni, vista l’altezza e lo sviluppo della chioma che può raggiungere l’albero, mettendolo a dimora in una parte che non venga utilizzata per luoghi di relax all’ombra, vista l’ampia produzione di gocce resinose.
Ma la pianta si presta anche ad essere allevata come bonsai gratificando chi se ne prenderà cura di una affascinante fioritura sui rami spogli, ancora più spettacolare pur nelle ridotte dimensioni o forse proprio per questo.

 
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